giovedì 2 febbraio 2012

Un bacio


Mi compro un bacio. Il che già mette tristezza.
Lo scarto. Lo mordo. Il cioccolato e la nocciola che si spacca sulla lingua
per un attimo mi rendono felice.
Dura sempre un attimo questa cosa che chiamano felicità.
Poi sfilo il bigliettino dalla carta argentata. Ne voglio uno incredibilmente sdolcinato, sono ridotta così male che andrebbe bene anche uno scritto dal più scadente tizio che si spaccia per scrittore, uno che le parole le ammazza senza rendersene conto.
Lo potrei perfino leggere invece di bruciarlo con l'accendino che usavo per accendere le sigarette
quando fumavo e che mi fa credere, per il fatto di portarlo sempre appresso, che ricomincerò. Ho la miccia pronta ma oggi non la userò, sarò arrendevole alla bruttezza, come tutti cederò, oggi sarò come tutti.
Se va bene invece troverò Shakespeare ma non ci spero, il Bardo è considerato difficile, il mondo
e la gente ridotta come me che legge le frasi nei cioccolatini ha bisogno di banalità, non ha tempo per le belle parole. Non ho tempo. La pausa-pranzo è finita. E' uno dei nomi più tragici la pausa-pranzo.
Voglio una frase che mi indichi cosa fare, che sia romantica e perentoria, voglio un segno chiaro, non da interpretare. Voglio, mi rendo conto, un comando.
Stendo la carta trasparente, che scricchiola tra le mani. Leggo mentre pioviggina, una goccia mi cade sugli occhi, poi corre tra le parole blu. Leggo. E, nel mentre, accendo il fuoco. 



1 commento:

  1. sto leggendo Rayuela - il gioco del mondo
    l'ho iniziato da poco
    in qualche modo mi porta a pensare a te

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