Due ragazzi usciti da un'idea
Si abbracciavano teneramente
davanti a un teatro.
Il cappellino rosso di lei su abiti violetti
anni trenta si piegava morbido contro
la falda del cappello di lui, vestito in jeans.
Sembrava un abbraccio tra epoche diverse.
Un vecchio tra la folla scomposta della piazza
assediata dalla polizia che controllava
la vendita di alcolici aveva un guinzaglio.
Non portava un cane ma chiavi che strisciavano
sonore come una campana rotta sui sampietrini.
Un uomo, occhi scuri e accento dell'est,
chiedeva spiccioli. Non per lui.
Per una donna che lo seguiva e appariva inaspettata trascinandosi
con le scarpe rotte e il viso sfatto
Lo seguiva come morta e con tutto l'orrore di una vita.
Ragazzi di fronte a un bar vagavano da una macchina all'altra,
ognuna con le portiere aperte per inondare l'aria di musiche tecno.
La luna era bassa, a forma di culla.
C'era da sforzarsi di ricordare tutto e nell'ordine inverso.
Con una musica che riappacificasse.