venerdì 31 ottobre 2008

Live it

Charlie



 



 



"Music is your own experience, your own thoughts, your wisdom. If you don't live it, it won't come out your horn. They teach you there's a boundary line to music. But, man, there's no boundary line to art."



Charlie Parker



 



Piazza pulita

Un rumore come di uccellini affannati alla mattina




a smuovere foglie, proteggere nidi




preparare voli di circospezione




Un rumore di manifestazione




Gremita la piazza e le viuzze intorno




Colori di leggeri palloncini




rosse bandiere, inossidabili chimere




Canti per diritti e necessità




Calpestati dalla falsità




Da tagli per proteggere chi il denaro lo ha già




Riforme pensate senza nessuna umanità




E il giorno dopo un complotto di menzogne




La gente trattata peggio che i topi nelle fogne




Se questo paese è sulla carta una democrazia




nei fatti è già da tempo volata via.




ai giovani uccellini resta solo una cosa da fare




far fagotto e, col groppo in gola, emigrare.

martedì 28 ottobre 2008

Sembra oggi

Piove




Piove. È uno stillicidio

senza tonfi

di motorette o strilli

di bambini.


Piove

da un ciclo che non ha

nuvole.

Piove

sul nulla che si fa

in queste ore di sciopero

generale.


Piove

sulla tua tomba

a San Felice

a Ema

e la terra non trema

perché non c'è terremoto

né guerra.


Piove

non sulla favola bella

di lontane stagioni,

ma sulla cartella

esattoriale,

piove sugli ossi di seppia,

e sulla greppia nazionale.


Piove

sulla Gazzetta Ufficiale

qui dal balcone aperto,

piove sul Parlamento,

piove su via Solferino,

piove senza che il vento

smuova le carte.


Piove

in assenza di Ermione

se Dio vuole,

piove perché l'assenza

è universale

e se la terra non trema

è perché Arcetri a lei

non l'ha ordinato.


Piove sui nuovi epistèmi

del primate a due piedi,

sull'uomo indiato, sul cielo,

ottimizzato, sul ceffo

dei teologi in tuta

o paludati,

piove sul progresso

della contestazione,

piove sui works in regress,

piove

sui cipressi malati

del cimitero, sgocciola

sulla pubblica opinione.


Piove, ma dove appari

non è acqua né atmosfera,

piove perché se non sei

è solo la mancanza

e può affogare.



Eugenio Montale, Satura II


 

domenica 26 ottobre 2008

Stelle

Condivido parole che scavano così tanto da innalzare alle stelle. Parole di Vincent Van Gogh. Frammenti tratti dalle sue lettere al fratello Theo. Van Gogh era convinto del misterioso legame tra colore e musica. Non oso mettere qui le immagini dei suoi quadri. Già mi sembra una sorta di profanazione metterci le sue meravigliose parole. Ma lo faccio perché possano, per quel poco possibile, diffondersi e albergare anche per un attimo nella sensibilità di chi vorrà leggerle. E in chi si commuove guardando le stelle.


Queste parole sono state scritte tra il 1888 e il 1890.


Eccole:


Che cosa strana è il tocco, il colpo di pennello. All’aria aperta, esposti al vento, al sole, alla curiosità della gente, si lavora come si può, si riempie il quadro alla disperata. Ed è proprio facendo così che si coglie il vero e l’essenziale - questa è la cosa più difficile.


L’olivo è cangiante come il nostro salice. [...] Ciò che il salice è da noi, lo sono con la stessa importanza l’olivo e il cipresso qui. Ciò che ho fatto è un realismo un po’ duro e grossolano accanto alle loro astrazioni, ma servirà a dare la nota agreste e saprà di terra.[...] Sono sempre più convinto [...] che lavorando assiduamente dal vero senza dirsi preventivamente: «voglio fare questo o quest’altro», ma lavorando come se si facessero delle scarpe, senza preoccupazioni artistiche, non si farà sempre bene, ma verrà il giorno in cui, anche non pensandoci, si troverà un soggetto di pari valore del lavoro di quelli che ci hanno preceduto. Si impara a conoscere un paese, che in fondo è completamente diverso da come ci è apparso a prima vista. Ma se al contrario ci si dice: «voglio finire meglio i miei quadri, voglio farli con cura», e un sacco di idee del genere, le difficoltà del tempo e dei soggetti mutevoli arrivano ad essere insormontabili, e finisco col rassegnarmi dicendomi che sono l’esperienza e il piccolo lavoro di ogni giorno che a lungo andare maturano e permettono di completare un quadro o di farlo più esatto. Perciò il lavoro lento e continuo è la sola strada, e qualsiasi ambizione di far bene è sbagliata. Perciò è meglio rovinare le tele montando sulla breccia ogni mattina, che riuscire a farle. Per dipingere sarebbe assolutamente necessaria una vita tranquilla e regolata [...]. Se, diciamo, non dovessi più dipingere, che cosa potrei fare? Eh, bisognerebbe inventare un processo pittorico più veloce, meno costoso di quello all’olio, e ugualmente duraturo. Un quadro... Finirà col diventare banale come un discorso, e un pittore un essere in arretrato di un secolo. Eppure è un peccato che sia così. [...] E ora andrò all’attacco dei cipressi e della montagna.


AVEVO INCOMINCIATO FIRMARE I QUADRI, MA HO SMESSO SUBITO, MI SEMBRAVA TROPPO CRETINO. Su una marina c’è un’enorme firma rossa, perché volevo fare una nota rossa nel verde.


È veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici - anche quelli felici [...] Ciò riporta a galla l'eterno problema: la vita è tutta visibile da noi, oppure ne conosciamo prima della morte solo un emisfero?

I pittori - per non parlare che di loro - quando sono morti e sepolti parlano con le loro opere a una generazione successiva o a diverse generazioni successive.

È questo il punto o c'è ancora dell'altro? Nella vita di un pittore la morte non è forse quello che c'è di più difficile.

Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma LA VISTA DELLE STELLE MI FA SEMPRE SOGNARE, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perché, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta di Francia? Se prendiamo il treno per andare a Tarascon oppure a Rouen, possiamo prendere la morte per andare in una stella. Ciò che però è certamente esatto, in questo ragionamento, è che essendo in vita non possiamo arrivare in una stella, non più di quanto, essendo morti, possiamo prendere il treno.

Comunque non mi sembra impossibile che <le malattie> possano costituir dei mezzi di locomozione celeste, così come i battelli, gli omnibus e il treno sono mezzi di locomozione terrestri. Morire tranquillamente di vecchiaia sarebbe come viaggiare a piedi.


V.Van Gogh

sabato 25 ottobre 2008

In una nebbia

La nebbia si dirada



i primi a emergere sono gli occhi



avvolti dal bianco



di un inverno passato



le labbra ancora nascoste



mormorano in ruscelli sotterranei



non ancora in canti



gli uccelli al mattino scuotono foglie



cadono rosse scricchiolano croccanti



la nebbia si dirada



e apre un tempo nuovo



indefinito, non nominabile in nessuna stagione



sconosciuto e ampio di possibilità



non cancello il passato, lo lascio su un uscio



fruscia ancora ma non addolora più



è mio, comunque sia.



Assaporo il gusto di guardare avanti.





 




venerdì 24 ottobre 2008

Appassire

rosa appassitaInquietanti rose


bianche e rosse


stese come corpi


Inquieta passo


per corridoi dai molti colori


non riesco a entrare


in nessuna stanza


Luce a intermittenza


Sveglia a volte


poche per costruire una vita


Che appassisce


e, in un sogno, passa.

lunedì 20 ottobre 2008

Un abbraccio

Un abbraccio



scioglie il ghiaccio



scioglie tutto



pure gli occhi



e due adulti disillusi



giocan caldi, son marmocchi



con i corpi, per un attimo,



amorevolmente fusi.





 




domenica 19 ottobre 2008

Passo

passi


 


Esco con un gesto audace


dal cono di luce degli specchi


Il buio mi acceca più di prima.


E' un baratro o una salvezza,


rischiare?


Dalla domanda


mi accorgo che ancora


non ho mosso un passo.

Per te.

Anime gemelle


Sono come uno spirito

che nell'intimo del suo cuore ha dimorato,

e le sue sensazioni ha percepito, e i suoi pensieri

ha avuto, e conosciuto il più profondo impulso

del suo animo: quel flusso silenzioso che al sangue solo

è noto, quando tutte le emozioni

in moltitudine descrivono la quiete di mari estivi.


Io ho liberato le melodie preziose

del suo profondo cuore: i battenti

ho spalancato, e in esse mi sono rimescolato.

Proprio come un'aquila nella pioggia del tuono,

quando veste di lampi le ali.


P.B.Shelley

sabato 18 ottobre 2008

Jazz in immagini vive

BasquiatSì, la musica parla più forte di ogni parola. E lo diceva Bird, Charlie Parker.




Ma alcune immagini riescono a suonare.




Quelle che J.M. Basquiat ha tirato fuori hanno una forza che passa dalla magia sotterranea e sciamanica e si libera in una contemporaneità frantumata.




Andate a vedere i suoi quadri. Le sue linee. Ogni linea ha un significato, diceva J.M. Basquiat.




E vi innamorerete di questo genio bambino dalla faccia seria e dalla scioltezza colorata dei gesti. E sentirete suonare dentro Miles, Bird, Dizzie.




 




 






volto


 


 


 


 


 


 


 


 


Veloce scivola il colore in tratti d'acqua e saliva


e dita scendono salgono a tenere un segno, scoprirlo


allungarlo fino al piacere del disfacimento


del punto di non ritorno


perdersi su un foglio


è difficile come nel mondo


perdersi scivolando


fili spezzati


crolla il corpo


s'accascia minuto


poi si solleva


un passo


gigantesco


prima di posarsi sulla strada


di un volto.


 

mercoledì 15 ottobre 2008

Gordon Cliff

Luigi Tenco



 



 



 



 



 



 



Ascoltare

rannicchiarsi


 


 


 


 


 


 


 


Strattonata


Incespicante


Insofferente


Indecisione


Pianto e mollo


E poi di nuovo


Poi ritento


Ogni attimo in un tempo


Che non va


Si ferma a volte


Come fosse preso a botte


Si ripara


Si rannicchia


Parla piano


Sottovoce


Quasi tace


Però guarda


Perché sente


Tutto attorno


Tutto dentro


Tutto va


E poi non torna


Dove sta quella carezza


Non si trova, è già passata?


Ora ancora un po' tremante


Tra le note mi distendo


Il respiro torna lento


Passa un poco lo sgomento


Chiudo gli occhi


Eccoti qua.


 

lunedì 13 ottobre 2008

Tra il pensare e il fare

Sono sempre quasi sconvolta dalla concretezza che ci vuole nell'atto della creazione.




E non riesco mai a comprendere come si possa conciliare il pensiero con il fare.




Non si può solo pensare, non si può soltanto fare. E' questo equilibrio che è da sondare.




Giorni di fervore e giorni che passano vuoti. E non è una questione di intenzione.




Riuscire a lasciarsi fluire senza ansia, ascoltando. Sì, ma perché fremo?




Non riesco ancora a capire, temo.




Ma quel che è più sconveniente è che non ho voglia di far niente.

giovedì 9 ottobre 2008

Mia bimba malinconica

Vieni da me, mia bimba malinconica



Sorridi e non essere triste



Tutte le tue paure sono sciocche fantasie, forse sai



tesoro che amo te.



 



Ogni nuvola ha una linea d'argento



Aspetta che il sole vi splenda attraverso



Sorridi, mio caro tesoro, mentre ogni lacrima ti bacio via



O arriverà anche a me la malinconia.  



Traduzione delle parole di My Melancholy Baby scritte da George A. Norton.



 



 



martedì 7 ottobre 2008

domenica 5 ottobre 2008

Almost blue

Quasi blu



Quasi facendo cose che facevamo noi



C'è una ragazza qui ed è quasi tu



Quasi



Tutte le cose che hai promesso con gli occhi



Le vedo nei suoi



Ora i tuoi occhi sono rossi di pianto



Quasi blu



Flirtando con questo disastro, lo sono diventato



E ne ho preso il nome da stupido che voleva esserlo



Quasi blu, è quasi commovente, quasi sempre lo sarà



C'è una parte di me che rimane vera, sempre



Non tutte le cose buone finiscono, ora solo alcune poche e scelte



Ho visto una coppia così triste



Quasi me



Quasi tu



Quasi blu



Traduzione delle parole di Almost Blue, scritte da Elvis Costello per Chet Baker. Il termine blue originale è veramente intraducibile: contiene il significato del colore e dello stato d'animo, una tristezza malinconica. Avrei potuto tradurlo con giù, anche per motivi di suono, ma avrebbe perso il colore, che è importante. Ho preferito usare il più vicino, anche se impreciso, blu.  








Un piccolo verde omaggio

Suono VerdeA un nuovo intenso blog, il blog di Nunzio Rotondo:


www.nunziorotondo.splinder.com


Questi segni improvvisati sono venuti fuori ascoltando il suo Suono Verde.


 


 

limone








 








 








 I limoni


Ascoltami, i poeti laureati

si muovono soltanto fra le piante

dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.

lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi

fossi dove in pozzanghere

mezzo seccate agguantano i ragazzi

qualche sparuta anguilla:

le viuzze che seguono i ciglioni,

discendono tra i ciuffi delle canne

e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.



Meglio se le gazzarre degli uccelli

si spengono inghiottite dall'azzurro:

più chiaro si ascolta il sussurro

dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,

e i sensi di quest'odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta.

Qui delle divertite passioni

per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza

ed è l'odore dei limoni.



Vedi, in questi silenzi in cui le cose

s'abbandonano e sembrano vicine

a tradire il loro ultimo segreto,

talora ci si aspetta

di scoprire uno sbaglio di Natura,

il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,

il filo da disbrogliare che finalmente ci metta

nel mezzo di una verità.

Lo sguardo fruga d'intorno,

la mente indaga accorda disunisce

nel profumo che dilaga

quando il giorno piú languisce.

Sono i silenzi in cui si vede

in ogni ombra umana che si allontana

qualche disturbata Divinità.



Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo

nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra

soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.

La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta

il tedio dell'inverno sulle case,

la luce si fa avara - amara l'anima.

Quando un giorno da un malchiuso portone

tra gli alberi di una corte

ci si mostrano i gialli dei limoni;

e il gelo del cuore si sfa,

e in petto ci scrosciano

le loro canzoni

le trombe d'oro della solarità.






Eugenio Montale, da Ossi di seppia 1920-1927

 

sabato 4 ottobre 2008

Ho avuto

 

Ho avuto in regalo un giorno d'autunno che sembrava primavera,

Una cena preparata col cuore.

Un sorriso da lontano di nonna, vivissima, che muore.

La voce di mio padre e la sua acerba emozionata tenerezza.

In regalo nessuna multa sul parabrezza.

Da nonno la memoria che ha perso lasciando spazio al desiderare

cose piccole, dette in imperterrito forbito linguaggio,

come un abbraccio e il chiedermi di tornare e il suo

Stai bene? Me ne compiaccio.

Ho avuto in regalo auguri di amici in ritardo dispiaciuti

e auguri inattesi da sconosciuti.

In regalo un anno passato tra musica e malinconie,

tra illusioni, arrivi e partenze a cercare vie.

Un messaggio di mia madre a ricordarmi che sono nata

quando un passerotto è volato via.

Ma il più bel regalo è stata questa

- ancora ingenua e giovane -

poesia ritrovata.

venerdì 3 ottobre 2008

Dopo che te ne sarai andato

Dopo che te ne sarai andato e in lacrime mi avrai lasciato


Dopo che te ne sarai andato, non potrai negare


Ti sentirai infelice, triste sarai


Ti mancherà la più cara compagna che abbia avuto mai




Arriverà il momento, non dimenticarlo

A
rriverà il momento In cui ti pentirai


Un giorno, sempre più solo,


Il tuo cuore andrà in pezzi come il mio e mi rivorrai


Dopo che te ne sarai andato, dopo che te ne sarai andato via.


 


Dopo che me ne sarò andata, dopo che ci saremo separati,


dopo che me ne sarò andata ti sveglierai


Capirai che sei stato cieco 

Hai permesso a una di cambiarti in modo così bieco


 


Dopo tutti gli anni passati insieme


In gioia e dolore, in tutti i venti


Un giorno, triste e scoraggiato ti troverai


Sentirai il bisogno di me come all'inizio dei tempi


Dopo che me ne sarò andata, dopo che me ne sarò andata via.


 


Traduzione delle parole di Henry Creamer e Turner Layton







Bessie

Bessie SmithIt's an old long road, but I know I'm gonna find the end.




 




Bessie Smith




 





mercoledì 1 ottobre 2008

Mannaggia a quel sogno

Mannaggia a quel sogno

lo sogno ogni notte

Mi dici ti amo e mi stringi forte

Ma quando mi sveglio non ci sei già più

Mannaggia a quel sogno

 

Mannaggia alle tue labbra e mannaggia ai tuoi occhi

Mi portano al cielo col chiaro di luna lassù

Poi dal paradiso ruzzolo giù

Mannaggia a quel sogno

 

Mannaggia alla mia testa fissata

Non riesce a capire che non ne vuoi sapere

Giusto per cambiare     

Mi farei una risata con un bel vecchio incubo

 

Mannaggia a quel sogno

E lo devo anche benedire

Senza quel sogno non ti avrei mai

Ma mi tormenta e non si avvererà

Mannaggia a quel sogno


traduzione delle parole di Eddie Delange: Darn that dream