"Music is your own experience, your own thoughts, your wisdom. If you don't live it, it won't come out your horn. They teach you there's a boundary line to music. But, man, there's no boundary line to art."
Charlie Parker
"Music is your own experience, your own thoughts, your wisdom. If you don't live it, it won't come out your horn. They teach you there's a boundary line to music. But, man, there's no boundary line to art."
Charlie Parker
Un rumore come di uccellini affannati alla mattina
a smuovere foglie, proteggere nidi
preparare voli di circospezione
Un rumore di manifestazione
Gremita la piazza e le viuzze intorno
Colori di leggeri palloncini
rosse bandiere, inossidabili chimere
Canti per diritti e necessità
Calpestati dalla falsità
Da tagli per proteggere chi il denaro lo ha già
Riforme pensate senza nessuna umanità
E il giorno dopo un complotto di menzogne
La gente trattata peggio che i topi nelle fogne
Se questo paese è sulla carta una democrazia
nei fatti è già da tempo volata via.
ai giovani uccellini resta solo una cosa da fare
far fagotto e, col groppo in gola, emigrare.
Piove
Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.
Piove
da un ciclo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c'è terremoto
né guerra.
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l'assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l'ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull'uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.
Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.
Eugenio Montale, Satura II
Condivido parole che scavano così tanto da innalzare alle stelle. Parole di Vincent Van Gogh. Frammenti tratti dalle sue lettere al fratello Theo. Van Gogh era convinto del misterioso legame tra colore e musica. Non oso mettere qui le immagini dei suoi quadri. Già mi sembra una sorta di profanazione metterci le sue meravigliose parole. Ma lo faccio perché possano, per quel poco possibile, diffondersi e albergare anche per un attimo nella sensibilità di chi vorrà leggerle. E in chi si commuove guardando le stelle.
Queste parole sono state scritte tra il 1888 e il 1890.
Eccole:
Che cosa strana è il tocco, il colpo di pennello. All’aria aperta, esposti al vento, al sole, alla curiosità della gente, si lavora come si può, si riempie il quadro alla disperata. Ed è proprio facendo così che si coglie il vero e l’essenziale - questa è la cosa più difficile.
L’olivo è cangiante come il nostro salice. [...] Ciò che il salice è da noi, lo sono con la stessa importanza l’olivo e il cipresso qui. Ciò che ho fatto è un realismo un po’ duro e grossolano accanto alle loro astrazioni, ma servirà a dare la nota agreste e saprà di terra.[...] Sono sempre più convinto [...] che lavorando assiduamente dal vero senza dirsi preventivamente: «voglio fare questo o quest’altro», ma lavorando come se si facessero delle scarpe, senza preoccupazioni artistiche, non si farà sempre bene, ma verrà il giorno in cui, anche non pensandoci, si troverà un soggetto di pari valore del lavoro di quelli che ci hanno preceduto. Si impara a conoscere un paese, che in fondo è completamente diverso da come ci è apparso a prima vista. Ma se al contrario ci si dice: «voglio finire meglio i miei quadri, voglio farli con cura», e un sacco di idee del genere, le difficoltà del tempo e dei soggetti mutevoli arrivano ad essere insormontabili, e finisco col rassegnarmi dicendomi che sono l’esperienza e il piccolo lavoro di ogni giorno che a lungo andare maturano e permettono di completare un quadro o di farlo più esatto. Perciò il lavoro lento e continuo è la sola strada, e qualsiasi ambizione di far bene è sbagliata. Perciò è meglio rovinare le tele montando sulla breccia ogni mattina, che riuscire a farle. Per dipingere sarebbe assolutamente necessaria una vita tranquilla e regolata [...]. Se, diciamo, non dovessi più dipingere, che cosa potrei fare? Eh, bisognerebbe inventare un processo pittorico più veloce, meno costoso di quello all’olio, e ugualmente duraturo. Un quadro... Finirà col diventare banale come un discorso, e un pittore un essere in arretrato di un secolo. Eppure è un peccato che sia così. [...] E ora andrò all’attacco dei cipressi e della montagna.
AVEVO INCOMINCIATO FIRMARE I QUADRI, MA HO SMESSO SUBITO, MI SEMBRAVA TROPPO CRETINO. Su una marina c’è un’enorme firma rossa, perché volevo fare una nota rossa nel verde.
È veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici - anche quelli felici [...] Ciò riporta a galla l'eterno problema: la vita è tutta visibile da noi, oppure ne conosciamo prima della morte solo un emisfero?
I pittori - per non parlare che di loro - quando sono morti e sepolti parlano con le loro opere a una generazione successiva o a diverse generazioni successive.
È questo il punto o c'è ancora dell'altro? Nella vita di un pittore la morte non è forse quello che c'è di più difficile.
Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma LA VISTA DELLE STELLE MI FA SEMPRE SOGNARE, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perché, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta di Francia? Se prendiamo il treno per andare a Tarascon oppure a Rouen, possiamo prendere la morte per andare in una stella. Ciò che però è certamente esatto, in questo ragionamento, è che essendo in vita non possiamo arrivare in una stella, non più di quanto, essendo morti, possiamo prendere il treno.
Comunque non mi sembra impossibile che <le malattie> possano costituir dei mezzi di locomozione celeste, così come i battelli, gli omnibus e il treno sono mezzi di locomozione terrestri. Morire tranquillamente di vecchiaia sarebbe come viaggiare a piedi.
V.Van Gogh
La nebbia si dirada
i primi a emergere sono gli occhi
avvolti dal bianco
di un inverno passato
le labbra ancora nascoste
mormorano in ruscelli sotterranei
non ancora in canti
gli uccelli al mattino scuotono foglie
cadono rosse scricchiolano croccanti
la nebbia si dirada
e apre un tempo nuovo
indefinito, non nominabile in nessuna stagione
sconosciuto e ampio di possibilità
non cancello il passato, lo lascio su un uscio
fruscia ancora ma non addolora più
è mio, comunque sia.
Assaporo il gusto di guardare avanti.
Inquietanti rose
bianche e rosse
stese come corpi
Inquieta passo
per corridoi dai molti colori
non riesco a entrare
in nessuna stanza
Luce a intermittenza
Sveglia a volte
poche per costruire una vita
Che appassisce
e, in un sogno, passa.
Un abbraccio
scioglie il ghiaccio
scioglie tutto
pure gli occhi
e due adulti disillusi
giocan caldi, son marmocchi
con i corpi, per un attimo,
amorevolmente fusi.
Esco con un gesto audace
dal cono di luce degli specchi
Il buio mi acceca più di prima.
E' un baratro o una salvezza,
rischiare?
Dalla domanda
mi accorgo che ancora
non ho mosso un passo.
Anime gemelle
Sono come uno spirito
che nell'intimo del suo cuore ha dimorato,
e le sue sensazioni ha percepito, e i suoi pensieri
ha avuto, e conosciuto il più profondo impulso
del suo animo: quel flusso silenzioso che al sangue solo
è noto, quando tutte le emozioni
in moltitudine descrivono la quiete di mari estivi.
Io ho liberato le melodie preziose
del suo profondo cuore: i battenti
ho spalancato, e in esse mi sono rimescolato.
Proprio come un'aquila nella pioggia del tuono,
quando veste di lampi le ali.
P.B.Shelley
Sì, la musica parla più forte di ogni parola. E lo diceva Bird, Charlie Parker.
Ma alcune immagini riescono a suonare.
Quelle che J.M. Basquiat ha tirato fuori hanno una forza che passa dalla magia sotterranea e sciamanica e si libera in una contemporaneità frantumata.
Andate a vedere i suoi quadri. Le sue linee. Ogni linea ha un significato, diceva J.M. Basquiat.
E vi innamorerete di questo genio bambino dalla faccia seria e dalla scioltezza colorata dei gesti. E sentirete suonare dentro Miles, Bird, Dizzie.
Veloce scivola il colore in tratti d'acqua e saliva
e dita scendono salgono a tenere un segno, scoprirlo
allungarlo fino al piacere del disfacimento
del punto di non ritorno
perdersi su un foglio
è difficile come nel mondo
perdersi scivolando
fili spezzati
crolla il corpo
s'accascia minuto
poi si solleva
un passo
gigantesco
prima di posarsi sulla strada
di un volto.
Strattonata
Incespicante
Insofferente
Indecisione
Pianto e mollo
E poi di nuovo
Poi ritento
Ogni attimo in un tempo
Che non va
Si ferma a volte
Come fosse preso a botte
Si ripara
Si rannicchia
Parla piano
Sottovoce
Quasi tace
Però guarda
Perché sente
Tutto attorno
Tutto dentro
Tutto va
E poi non torna
Dove sta quella carezza
Non si trova, è già passata?
Ora ancora un po' tremante
Tra le note mi distendo
Il respiro torna lento
Passa un poco lo sgomento
Chiudo gli occhi
Eccoti qua.
Sono sempre quasi sconvolta dalla concretezza che ci vuole nell'atto della creazione.
E non riesco mai a comprendere come si possa conciliare il pensiero con il fare.
Non si può solo pensare, non si può soltanto fare. E' questo equilibrio che è da sondare.
Giorni di fervore e giorni che passano vuoti. E non è una questione di intenzione.
Riuscire a lasciarsi fluire senza ansia, ascoltando. Sì, ma perché fremo?
Non riesco ancora a capire, temo.
Ma quel che è più sconveniente è che non ho voglia di far niente.
Vieni da me, mia bimba malinconica
Sorridi e non essere triste
Tutte le tue paure sono sciocche fantasie, forse sai
tesoro che amo te.
Ogni nuvola ha una linea d'argento
Aspetta che il sole vi splenda attraverso
Sorridi, mio caro tesoro, mentre ogni lacrima ti bacio via
O arriverà anche a me la malinconia.
Traduzione delle parole di My Melancholy Baby scritte da George A. Norton.
Quasi blu
Quasi facendo cose che facevamo noi
C'è una ragazza qui ed è quasi tu
Quasi
Tutte le cose che hai promesso con gli occhi
Le vedo nei suoi
Ora i tuoi occhi sono rossi di pianto
Quasi blu
Flirtando con questo disastro, lo sono diventato
E ne ho preso il nome da stupido che voleva esserlo
Quasi blu, è quasi commovente, quasi sempre lo sarà
C'è una parte di me che rimane vera, sempre
Non tutte le cose buone finiscono, ora solo alcune poche e scelte
Ho visto una coppia così triste
Quasi me
Quasi tu
Quasi blu
Traduzione delle parole di Almost Blue, scritte da Elvis Costello per Chet Baker. Il termine blue originale è veramente intraducibile: contiene il significato del colore e dello stato d'animo, una tristezza malinconica. Avrei potuto tradurlo con giù, anche per motivi di suono, ma avrebbe perso il colore, che è importante. Ho preferito usare il più vicino, anche se impreciso, blu.
A un nuovo intenso blog, il blog di Nunzio Rotondo:
www.nunziorotondo.splinder.com
Questi segni improvvisati sono venuti fuori ascoltando il suo Suono Verde.
I limoni
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
Dopo che te ne sarai andato e in lacrime mi avrai lasciato
Dopo che te ne sarai andato, non potrai negare
Ti sentirai infelice, triste sarai
Ti mancherà la più cara compagna che abbia avuto mai
Arriverà il momento, non dimenticarlo
Arriverà il momento In cui ti pentirai
Un giorno, sempre più solo,
Il tuo cuore andrà in pezzi come il mio e mi rivorrai
Dopo che te ne sarai andato, dopo che te ne sarai andato via.
Dopo che me ne sarò andata, dopo che ci saremo separati,
dopo che me ne sarò andata ti sveglierai
Capirai che sei stato cieco
Hai permesso a una di cambiarti in modo così bieco
Dopo tutti gli anni passati insieme
In gioia e dolore, in tutti i venti
Un giorno, triste e scoraggiato ti troverai
Sentirai il bisogno di me come all'inizio dei tempi
Dopo che me ne sarò andata, dopo che me ne sarò andata via.
Mannaggia a quel sogno
traduzione delle parole di Eddie Delange: Darn that dream